Una chiesa rumena tra le più belle del mondo
Tra le 23 chiese più belle del mondo, Daily Telegraph ha incluso anche una chiesa rumena, la Chiesa fortificata di Viscri, accanto alla Cappella Palatina di Palermo, alla Sagrada Familia di Barcellona, alla Basilica della Natività di Betlemme, alla Capppella di San Bartolomeo, sul lago della Baviera, e alla Sainte Chapelle di Parigi. Sono certa che per molti è stata una sorpresa la presenza di un luogo di culto rumeno, con nome impronunciabile, situato nel cuore della Trasilvania ( a 40 km da Sighisoara, il luogo di nascita del principe Vlad l’Impalatore), in un paesino di 500 abitanti, che, dopo esser entrato nel Patrimonio Unesco, potrebbe entrare anche nel Guinness dei primati per un particolare interessante: l’anno scorso, i turisti sono stati 60 volte più numerosi degli abitanti.
La strada principale di Viscri è in ghiaia bianca, non è mai stata asfaltata, a destra e a sinistra, le case molto antiche, in colori accesi, conservano l’architettura sassone originale. Davanti alle porte le anziane sedute sulle panchine lavorano a maglia e ad uncinetto. In lontananza si può sentire il rumore della falce che miete l’erba. Ogni tanto passa una macchina, che alza nuvole di polvere. I carri di legno trainati da cavalli seguono il loro cammino lento e scricchiolante per il paese. Chi arriva qui ha subito la sensazione che il tempo si sia fermato secoli fa.
Questa isola dei Sassoni si è formata nel XII secolo, quando sono stati portati dal re d’Ungheria per difendere la Transilvania contro gli invasori. Rimasero otto secoli su queste terre fino a quando avvenne una delle più grandi migrazioni in tempo di pace, quella del XX secolo, quando più di un quarto di milione di tedeschi sassoni hanno lasciato le loro case e sono emigrati in Germania. Viscri era diventato un villaggio desolato, popolato prevalentemente dai rom che il regime comunista aveva portato qui per cancellare secoli di storia e capolavori architettonici.
Il villaggio è rinato grazie al principe Carlo d’Inghilterra e a una fondazione creata dai pochi sassoni rimasti in zona. Quando, nel 1998, il principe è arrivato qui, gli è stato consigliato di non andare a Viscri, perché la comunità rom era troppo numerosa ed ingombrante per l’immagine della zona. Il principe si avventurò comunque e fu subito conquistato dall’atemporalità del posto e dal paesaggio simile alle storie che usavamo a leggere quando eravamo piccoli. Dopo un po’ ha comprato qui la sua prima casa, che ha restaurato conservando intatta la struttura originale, utilizzando solo materiali compatibili con l’epoca e niente cemento. Da quel momento, Viscri è cambiato radicalmente, tutte le case abbandonate sono state riabilitate nel rispetto della tradizione locale, i mobili sassoni sono stati restaurati e rimessi in uso. Oggi il principe detiene 10 proprietà nei villaggi della zona.
N
el 2014, il quotidiano britannico The Guardian, ha incluso Viscri tra le più belle destinazioni turistiche della Romania, non solo per la sua posizione geografica, per il suo paesaggio selvaggio e incontaminato, ma anche per la sua chiesa fortificata, costruita nel 1225, considerata tra le più belle del mondo, da Daily Telegraph.
Situata su una piccola c
ollina, nascosta a prima vista da un bosco, circondata da un grande frutteto, la chiesa ha le mura di cinta più antiche e meglio conservate della Transilvania. La porta in legno e le scale in pietra portano i segni visibili del tempo. I banchi al’interno, intagliati, consumati dai secoli e dalle preghiere sussurrate, prima dai cattolici e poi dai luterani, sono rimasti intatti, come anche l’altare dipinto, mai ristrutturato nei secoli. L’organo ha 300 anni ed è di una bellezza unica. All’interno della chiesa si trova anche un’originale “camera del lardo“, dove le temperature basse e costanti assicuravano un’ottima conservazione del lardo. La stanza è stata in uso fino agli anni ’90.
L’intera struttura impressiona per il grande numero di torri e bastioni che l’hanno trasformata, nei secoli scorsi, in un luogo sicuro dove gli abitanti si nascondevano durante le invasioni. I più coraggiosi si possono avventurare e salire le scale in pietra, alte, scoscese e scivolose, che portano alla torre più alta, che offre un panorama mozzafiato sul villaggio, le colline e le foreste di querce circondanti.
Chi vuo
le trascorrere la notte in quest’atmosfera medievale affascinante può alloggiare in una delle case del principe Carlo ( pagando tra 40 e 80 euro), gestite dalla gente del posto, che dona un tratto ancor più caratteristico al turismo sostenibile promosso dal principe, come un’alternativa più sobria, fuori dagli schemi, ai percorsi vampireschi che affascinano tanto i turisti. 


Non è un caso che è stato scelto proprio questo posto per costruire il primo Albergo di Ghiaccio dell’Europa dell’Est, ispirato a quelli dei Paesi Scandinavi, Canada o Giappone. Il panorama, dominato dalle cime più alte e spettacolari della Romania, è imponente e magnifico. Il posto è talmente isolato e selvaggio che d’inverno è raggiungibile solo attraverso una funivia. D’estate, invece, è aperta “la strada tra le nuvole”, la più bella del mondo, come l’hanno definita i realizzatori del famoso programma televisivo della BBC, Top Gear. Si tratta di
Il portale inglese Business Insider ha incluso l’Albergo di Ghiaccio rumeno tra le 100 destinazioni che vale la pena visitare nel 2016 e il magazine italiano GreenMe, l’ha scelto tra i 10 alberghi di ghiaccio più suggestivi del mondo. “Ammirare questo Ice Hotel sullo sfondo del lago ghiacciato (ndr. Lago Bâlea, il più grande lago glaciale della Romania) è considerato un vero e proprio privilegio per i viaggiatori che visitano la Romania in inverno!”.
A partire dal 2006, l’albergo viene ricostruito ogni inverno con materiali provenienti dalla natura, ossia immensi blocchi di ghiaccio tagliati con tecniche speciali e portati dal Lago Bâlea. Gli artigiani del posto aspettano che le acque congelino per poter estrarre la materia prima necessaria. E’ un arduo lavoro, date le condizioni atmosferiche, con nevicate abbondanti, e temperature molto rigide, che possono arrivare a 25 gradi sotto zero, ma i 30 operai riescono ad ultimare sempre i lavori prima di Natale, quando si apre
La struttura dell’hotel e il suo ambiente sono diversi ogni anno. Questa stagione, il tema è l’Europa e le 14 stanze hanno nomi che richiamano alcuni dei paesi europei: il Salone viennese, la Dutch Room olandese, lo Studio Helsinki, English Home, High Lisbon, Bella Italia, la Casa ungherese, Spanish Kingdom, Deutsche Haus, Irish Room, Frozen Sweden, Luxemburg e Greek Studio. La stanza rumena, chiamata Odaia de Sus, è decorata con una copia in ghiaccio della Colonna infinita del grande scultore rumeno
Nei pressi dell’albergo, viene allestito un parco per gli sport invernali, aperto 24 ore su 24, dotato con un sistema di illuminazione notturna, in cui si può pattinare, andare con la slitta, col bob o fare snowboarding. Quello che rende questo albergo unico è la sua chiesa di ghiaccio, la più grande d’Europa, dopo quella simile costruita in Svezia. Inizialmente, la Chiesa Ortodossa rumena ha criticato l’edificio, motivando che non si possono accettare “chiese che si sciolgono in pochi mesi“, 


pensava di sicuro che sarebbe finito nel Guinness dei primati! La sua monumentale ed egocentrica opera è invece entrata nella storia come il più pesante e costoso edificio amministrativo del mondo, il secondo come grandezza, dopo il Pentagono. I numeri sono da capogiro: 84 metri di altezza, 340.000 metri quadri, 4 livelli

Bucarest ai danni del più quotato Barcellona. Per una cinica ironia della sorte, la partita della gloria sarà per il ventisettenne baffuto anche l’ultima. Una grave trombosi alle mani ne pregiudicò per sempre la carriera. Qualche anno dopo, Duckadam entrò nel Guinness dei primati con i suoi quattro rigori parati.

er l’ultima volta: durante la gara, fu vittima di un incidente, il primo e l’ultimo della sua vita, che gli fu fatale. Il suo sogno, quello di entrare nel libro dei record come il più anziano pilota del mondo, si esaudì qualche anno dopo la sua morte.








esa un vero tempio ortodosso, molto importante in una zona dominata dai sassoni protestanti. Non a caso proprio nella corte della chiesa fu edificata la prima scuola rumena di Brasov, nel 1583, e la prima stamperia di libri rumeni.