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Brașov, non solo il Castello di Dracula

Se vi proponessi un viaggio in Transilvania, nella città di Brașov (la seconda più visitata della Romania, dopo Bucarest), dopo aver consultato guide turistiche spicciole, pensereste inevitabilmente al conte Dracula, al suo Castello Bran, il solito percorso misterioso sulle sue tracce! Nell’immaginario di ogni viaggiatore, nutrito da libri di antropologia culturale, letteratura gotica, Transilvania è ormai sinonimo di “vampiro” e Brașov il luogo in cui sorge il “suo” castello. La colpa è di Bram Stoker che, nel 1897, ambientò il suo romanzo da queste parti, senza aver mai visitato la Romania, semplicemente puntando il dito estratto dal suo immaginario su una mappa.

Per i rumeni,  invece, il principe Vlad l’Impalatore non è poi così diverso dagli altri monarchi del XV e XVI secolo. Nonostante fosse considerato dai suoi nemici un assassino assetato di sangue, i libri di storia ne parlano come un eroe nazionale, col merito di aver mantenuto integro lo stato della Valacchia, combattendo eroicamente contro i turchi guidati da Maometto II, conquistatore di Costantinopoli.

dracula festivalPerciò, una volta arrivati a Brașov, vi consiglio di non chiedere troppo in giro di Dracula, il vampiro letterario, senza fare riferimento anche all’eroico Vlad III, perché gli abitanti di Brașov non ne parleranno volentieri. Eppure la consapevolezza che il flusso turistico sia legata alla sua figura leggendaria è evidente e non a caso, da tre anni,  nel mese di ottobre, si tiene il Dracula Film: Horror and Fantasy International Festival, che si aprirà quest’anno con l’anteprima del film di animazione Hotel Transilvania 2.

Ma a Brașov c’è molto di più!

piazza sfatului
Piazza Sfatului, Piazza del Municipio

Conosciuta anche con il nome tedesco Kronstadt, è una delle più antiche città dell’Europa, fondata dai cavalieri teutonici nel 1211 e fortificata dai sassoni, nel 1235. Fa parte delle sette città sassoni della Transilvania, chiamate Siebenbürgen (insieme a Sibiu, Bistrița, Sighișoara, Cluj, Mediaș e Orăștie), edificate in seguito alla colonizzazione dell’Est da parte di popolazioni germaniche. I cosiddetti Sassoni della Transilvania hanno influenzato notevolmente sia la cultura che le tradizioni locali, l’architettura, ma anche la toponomastica dei luoghi. Tuttavia, nel tempo la presenza sassone è diminuita, lasciando spazio ad altre nazionalità: rumena, la più numerosa, ungherese, diventata oggi la minoranza linguistica più grande della città. Esistono anche comunità di zingari, russi, greci ed ebrei.  Tutte queste caratteristiche rendono Brașov un piccolo centro cosmopolita, che conserva in maniera evidente la struttura medievale, con il suo dedalo di stradine, le facciate barocche, le guglie gotiche e le grandiose mura di cinta, costruite nel XV secolo. Lunghe 3 kilometri e alte 12 metri, le mura la rendono la città più fortificata della Transilvania.

piazza municipio
Piazza Sfatului, Piazza del Municipio

Il nostro viaggio inizia nella Piazza Centrale della città, chiamata Piazza Sfatului, ossia Piazza del Municipio, una piazza a 360 gradi, particolare per l’architettura degli edifici bassi che formano un complesso omogeneo, per le sue dimensioni molto grandi, che danno un’idea dell’importanza della città nel Medioevo. Una volta qui si svolgevano le fiere e i mercati che raccoglievano gente da tutta la regione. Oggi la piazza e animata da numerosi caffè e ristoranti aperti fino a tardi. Del suo ricco passato conserva in particolare la Casa dei Mercanti (1544), antico padiglione trasformato in una galleria commerciale. Meritano una visita attenta la Cattedrale ortodossa della Dormizione della Vergine, in stile neobizantino del XIX  secolo, e  la Casa del Consiglio, del  XIV secolo, oggi un museo di storia della regione.

chiesa nera
La Chiesa Nera

La piazza ospita soprattutto il più grande edificio di culto in stile gotico del Sud-Est europeo, la Chiesa Nera (chiamata inizialmente la Chiesa di Santa Maria), costruita tra il 1385 e il 1477. Nel 1689 un grande incendio devastò gran parte della città e annerì le mura della chiesa, da allora il suo nome è stato cambiato per testimoniare la sua tragica storia. La chiesa può accogliere circa 5000 persone, praticamente l’intera popolazione della città al momento della sua costruzione. Le sue dimensioni sono impressionanti: 90 metri di lunghezza, 37 metri di larghezza e una torre croce di 65 metri.

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Organo della Chiesa Nera

Linterno è in stile barocco ed è riccamente decorato. L’edificio ospita una tra le più grandi collezioni di tappeti orientali in Europa composta da 119 tappeti anatolici (donati alla chiesa da alcuni mercanti tedeschi tra il XVII e il XVIII secolo, come ringraziamento per essere sopravvissuti nelle terre barbare) e un enorme organo con oltre 4 mila canne, costruito nel 1839 da Carl August Buchholz,  utilizzato anche oggi per concerti.

La chiesa comprende 6 portali di diversi stili architettonici, dal gotico al rinascimentale.

statua bambinoC’è un dettaglio tenebroso che rende ancora più particolare questa chiesa. Si tratta di una statua insolita per un luogo di culto, che raffigura un ragazzino che sembra stia per cadere dal tetto. Secondo le leggende, sarebbe stato un apprendista molto abile, ucciso per invidia dal capo-mastro. Questo lo avrebbe spinto giù dalla chiesa, ma poi, schiacciato dal rimorso, avrebbe deciso di erigere una statua in sua memoria.
Un’altra leggenda racconta che in realtà la statua raffiguri il figlio di un artigiano, che ha lavorato alla costruzione, che cadde accidentalmente dalla chiesa. Con il cuore straziato dal dolore, il padre del ragazzo avrebbe costruito la statua in memoria di suo figlio.

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Strada Sforii, Via della Corda

Brasov è anche la città che vanta una delle strade più strette del mondo, secondo il sito Huffington Post.
Strada Sforii, o la Via della Corda,  è stata costruita nel XV secolo, come via di emergenza per i vigili del fuoco. La strada è lunga 83 metri e misura solamente 110 cm, nella parte più angusta.

Per chi si vuole allontanare un po dal centro storico, fuori dalla cinta muraria, si può inoltrare nel quartiere Șcheii Brașovului, anticamente abitato solo dalla popolazione rumena, che non aveva accesso nella città sassone. Le case piccole, con giardini che si arrampicano sui pendii della montagna, contrastano con i palazzi stretti racchiusi tra i bastioni della città sassone.  La cinta muraria, con le porte, un tempo chiuse, segna il vecchio confine tra le due parti della città. Il quartiere è dominato dalla Chiesa di San Nicola, fondata nel 1292, inizialmente in legno,  poi ricostruita in pietra a partire da 1495, in stile gotico,  e successivamente ampliata in stile barocco. La collezione di icone del 1500 rende questa chichiesa san nicola2esa un vero tempio ortodosso, molto importante in una zona dominata dai sassoni protestanti.  Non a caso proprio nella corte della chiesa fu edificata la prima scuola rumena di Brasov, nel 1583, e la prima stamperia di libri rumeni. Per chi sentisse un po’ di nostalgia delle atmosfere cupe e lugubri, dei film di Coppola, si può avventurare nella visita del cimitero adiacente alla chiesa, aperto a tutti,  anche di notte, dove può camminare tra le tombe ricoperte di fiori, crocifissi in marmo e fantasmi inquieti.

Se alla fine di questo viaggio sentirete comunque la nostalgia del conte Dracula, non vi rimane che andare alla sua ricerca nel Castello di Bran, dove però, sappiate che probabilmente fu solo di passaggio, proprio come lo sarete voi!





La Sfinge dei Monti Bucegi e il mistero dell’umanità (aliena?)

C’è una scoperta che potrebbe cambiare il destino dell’umanità, rivelando dettagli scioccanti sulla sua storia; poi c’è un governo che ha subito pressioni diplomatiche da parte degli Stati Uniti e del Vaticano al fine di non divulgare le informazioni riguardanti; c’è un dipartimento Zero dei servizi segreti che ha svolto delle ricerche approfondite, ma anche il Pentagono che ha mandato sul posto un satellite usato per spionaggio geodetico,  in una missione esplorativa. C’è il gruppo Bilderberg, una delle più grandi organizzazioni massoniche del mondo e anche l’Ordine degli Illuminati che hanno cercato di prendere il controllo sia del luogo della scoperta, che della spedizione… c’è… o forse ci sarebbe!

Non è il riassunto di un nuovo libro di Dan Brown, anche se ha tutti gli ingredienti necessari.

E’ solo il risultato di quello che si trova in rete facendo ricerche sui Monti Bucegi, un gruppo montuoso della Romania centrale, situato a sud della città di Brașov, a 2500 mt altitudine. Non è una montagna qualsiasi e lo dimostrano le centinaia di articoli pubblicati, ognuno con il suo titolo avvincente: Trovata base ET, Il segreto dei segreti, L’enigma di un’incbucegiredibile struttura dentro i monti, Le montagne misteriose che celano un segreto, Base aliena all’interno dei Monti Bucegi ecc.
Se a questo si aggiunge la presenza di una struttura rocciosa scolpita dal vento, a 2200 mt altitudine, considerata una sfinge al pari di quella di Giza – chiamata infatti la Sfinge – allora il mistero si fa inquietante.

La curva dei Monti Carpați che prende il nome Bucegi è avvolta da secoli da un’aura di singolare esoterismo, e singolari sono anche le sue “attrazioni” d’origine geologica,  Sfinxul (la Sfinge) e Babele (Le Anziane), che racchiudono una moltitudine di strani fenomeni testimoniati dagli abitanti del luogo e studiati da molti scienziati.

Si tratta di avvistamenti di esseri eterei o mitologici, spesso confusi con elementi religiosi (molte croci cristiane si trovano nei luoghi delle “apparizioni”) e sopratutto misteriose scomparse tra le nebbie di quei monti, che, negli anni ’80,  cominciarono a preoccupare le autorità. Nel 1985, si registrò un episodio che convinse il dittatore Nicolae Ceaușescu a mandare sul posto i più grandi esperti in fenomeni paranormali, appartenenti al cosiddetto Dipartimento Zesfinxul 2ro (una sorta di X-files rumeno fondato nel 1968).

Nel paese Scăieni,  un contadino che piantava un meleto, si trovò davanti un vero e proprio cimitero di giganti.
Come affondava la pala di qualche metro si trovava intralciato da resti di scheletri umanoidi che superavano i due metri e mezzo di altezza. Accanto agli scheletri completi, gli abitanti del villaggio, trovarono anche frammenti di ceramica, gioielli e strane statue metalliche alte circa 3 metri. Si narra che un team di archeologi fece scomparire tutto in fretta. Nessuna dichiarazione pubblica, solo ricordi e racconti che ancora si possono ascoltare.

I risultati delle ricerche rimasero celati tra gli archivi segreti del regime.

Negli anni ’90 cominciarono a trapelare le prime indiscrezioni, ma l’attenzione del mondo iniziò a concentrarsi su questo luogo, a partire dal 1993, quando la terra iniziò a tremare ripetutamente terrorizzando gli abitanti. L’inspiegabile peculiarità delle scosse sismiche era che si potevano avvertire in una superficie piuttosto limitata e solo tra le 20 della sera e le 3 del mattino. Chi ha sperimentato questo terremoto sui generis, sostibabeleene che si poteva avvertire l’eco di un rumore sordo risalire dal sottosuolo, come se il pavimento stesse per crollare sotto i loro piedi… come se la montagna fosse vuota al suo interno!
Ci furono oltre 100 scosse sismiche, uno sciame che sembrava inarrestabile fino all’improvvisa sparizione per i dieci anni a venire.

I geologi sotto l’impulso delle autorità romene (ossia del dipartimento zero dei servizi segreti) e soprattutto del Pentagono, presero ad analizzare la specificità di quel territorio e attraverso delle misurazioni con dei satelliti si cercò di identificare la struttura del territorio.

Si trovarono dinanzi dati inspiegabili: sembrava davvero che sotto quelle montagne la terra fosse cava, ma il nucleo più profondo di quel vuoto terrestre pareva insondabile a ogni verifica. Una sorta di barriera che respingeva ogni tentativo di analisi.tunnel_romania_bucegi
Nel 2002 il fenomeno dei terremoti riprese. I Bucegi tremarono nuovamente seguendo le stesse modalità e fasce orarie. Le autorità romene e americane ritennero che fosse giunto il momento di agire.
Nel 2003 si diede inizio a trivellazioni della montagna e dopo numerosi fallimenti un’equipe internazionale raggiunse una singolare galleria sotterranea.
Parve subito evidente a tutti che ci si trovava dinanzi ad una galleria artificiale: le pareti erano perfettamente lisce senza traccia di irregolarità naturale, l’aspetto era simile ad un tunnel della metropolitana. La squadra proseguì per il ramo del tunnel che scendeva.
A questo punto la storia già inverosimile assume tratti di pura fantascienza.
Preferisco quindi cedere la responsabilità di quello che seguirà a Radu Cinamar l’autore misterioso (visto che è un pseudonimo) di un libro esoterico, pubblicato nel 2006 e che avrebbe come principale fonte Cezar Brad, il direttore dell’altrettanto misterioso Dipartimento Zero dei servizi segreti rumeni.
Gli esploratori raggiunsero un’imponente porta che appariva di tipo scorrevole. La squadra dmappaovette però arrestarsi qualche metro prima del battente perché si vedeva distintamente una parete luminosa in cui una qualche forma di energia sbarrava ogni tipo accesso, uno scudo energetico ad elevata tensione. Coloro che tentarono, con adeguate protezioni, di oltrepassare la parete sono morti di collasso cardiaco, mentre i tentativi di far passare oltre la barriera dei materiali non organici ne produsse la semplice polverizzazione istantanea.
Incredibile ma, vero o falso che sia, c’è un caso analogo in Iraq, in un terreno con le medesime “anomalie geologiche”, un’equipe americana si trovò bloccata da una simile barriera energetica.
In Romania pare che l’epilogo fu differente poiché alcuni componenti dell’equipe dotati di una “determinata tensione energetica” che funzionava in “simpatia” con quella che vibrava nemappa2lla parete luminosa riuscirono ad oltrepassare il varco dischiudendo così la successiva porta metallica.
Oltre a questo doppio sbarramento il tunnel si modificava sviluppando una struttura più complessa, fino a portare i visitatori all’ennesima barriera energetica di un colore verde pallido che funzionava con modalità simili alla prima. Le fonti ci riferiscono che ci si trova in una grande sala artificiale dalle misure inaspettate: di una lunghezza di  100 metri e un’altezza di 30.
Nella stanza dominano alcuni tavoli dalla forma insolita e dall’altezza di due metri. Se mai un umano avesse potuto sedersi su una sedia adeguata avrebbe visto sopra delle iscrizioni che apparivano dei geroglifici in una lingua sconosciuta dalla forma cuneiforme. Gli unici simboli che gli esploratori riconobbero furono cerchi e quadrati. Appoggiando le mani su questa simbologia aliena le pareti della stanza trasmettevano una serie inaspettata di immagini olografiche. Sembravano ai presenti immagini della terra e di altri luoghi non conosciuti.mappa.3 
L’autore sostiene che, nel momento in cui il governo rumeno stava per dichiarare lo “stato di emergenza” nell’area dei Monti Bucegi, decidendo per la divulgazione ufficiale, con prove fotografiche, alti funzionari degli Stati Uniti arrivarono a Bucarest intimando allo stato rumeno di non fare pubbliche le rivelazioni sui Monti Bucegi. Dopo 24 ore di trattative, si strinse un accordo definitivo tra la Romania e gli Stati Uniti. Lo stato romeno decise di rinviare la divulgazione e di presentare le scoperte al popolo in maniera graduale.
radu cinamar
Nel 2009, un canale televisivo nazionale di notizie (Antena 1) ha avviato un’indagine sui giganti e i loro tunnel segreti sotto le montagne Bucegi. Appena il loro servizio è andato in onda, hanno ricevuto una telefonata in diretta da un uomo non identificato che minacciò di morte i giornalisti se non avessero fermato le indagini. Dalla registrazione reperibile in rete, l’uomo parla di  “un gioco pericoloso” da evitare.
Una bufala orchestrata ad arte o siamo davvero davanti ad una sorta di incidente di Roswell in Romania?



I Castelli tenebrosi dei Carpazi

Quando si parla dei Castelli della Romania il riferimento alla figura del principe Vlad, il conte Dracula, è inevitabile. La sua “presenza-assenza” conferisce ad ogni luogo la dose necessaria di mistero e ad ogni storia un suo alone tenebroso.

In realtà in Romania  non esiste un Castello di Dracula se non nella fantasia degli scrittori e dei registi che hanno trasformato il personaggio storico di Vlad Tepes nella leggenda di Dracula.

Eppure ognuno di questi luoghi è oggi il Castello di Dracula!

verne2Molto del merito va sicuramente a Bram Stoker ma ancora prima, a scoprire il fascino tenebroso della Transilvania, fu Jules Verne con il suo libro chiamato Il Castello dei Carpazi, pubblicato nel 1892che sorprese lettori e critici.  Nella cornice naturale di valli, montagne e insenature, dove le superstizioni la fanno da padrone, si staglia un Castello che incute un “terrore contagioso”. Strane presenze che con il buio, cominciano ad aleggiare fra le sue mura e nelle terre circostanti, sotto forma di voci e suoni sovrumani. Il personaggio Orfanik, uno “scienziato incompreso”, è un Dracula ante litteram con il suo volto pallido e sottile, i lunghi capelli grigiastri, lo sguardo scintillante in fondo alle orbite nere,  che coltiva illusioni maniacali e si difende dal mondo. Melodramma, esoterismo, avventura nell’avventura, soprannaturale, fantascienza, horror sono mescolati in questo libro che dà inizio ad una lunga serie appartenente al genere gotico.

Strigoi
Strigoi

Diciamo la verità, la cruenta anima dacica della Transilvania con le sue mille leggende non fa altro che alimentare questo immaginario. Una su tutte è la credenza millenaria negli strigoi, esseri apparentemente vivi ma senz’anima, i cui spiriti lasciano i loro corpi a mezzanotte e vagano per il paese, turbando il sonno delle persone e lasciandoli privi di forze al mattino. Sono i morti viventi, maledetti immortali assetati di odio e di sangue.

Leggende o verità, sta di fatto che la Transilvania dell’800 doveva incutere davvero paura se né Jules Verne né Bram Stoker ebbero il coraggio di metterci piede per verificare le loro storie!

 

Castello di Bran – il Castello di Dracula

Castello Bran
Castello Bran

Il Castello di Bran, vicino a Brașov, è identificato come “il” Castello di Dracula dalla penna autorevole di Bram Stoker, che, dalla poltrona del suo scrittoio, decise di ambientare proprio qui il suo fortunato racconto. Anche se, come già detto, lo scrittore in realtà non visitò mai la Transilvania, la immaginò e la descrisse come il posto più misterioso d’Europa!  Ma se visitate il Castello Bran alla ricerca di qualche segno di presenza vampiresca del conte Dracula, rimarrete probabilmente delusi. Le guide inizieranno la visita consigliandovi di fare la distinzione tra la realtà storica del castello e il personaggio letterario. Per quanto riguarda il principe Vlad, l’Impalatore, sembra che da queste parti ci sia stato solo di passaggio, anche se, recentemente, uno storico rumeno ha scoperto documenti dell’epoca che dimostrerebbero che, imprigionato dal re ungherese Matei Corvin,  sia stato rinchiuso nelle segrete del castello addirittura per due mesi prima di essere trasferito a Visegrad, dove rimarrà prigioniero per 12 anni.

Castello Bran
Castello Bran

Costruito nel 1377 da Luigi I D’Angiò sullo spuntone di una roccia, il Castello di Bran doveva difendere e controllare la strada commerciale che univa la provincia di Valacchia alla Transilvania. Fu anche punto doganale, poi residenza reale e ora museo di storia, luogo importante per il turismo rumeno e per i cacciatori di vampiri, con oltre mezzo milione di visitatori all’anno.

L’architettura del Castello di Bran si è evoluta nel corso dei secoli ma il fascino è prevalentemente dettato dai caratteri gotici, le scalinate strette e tortuose, i passaggi sotterranei e le torri. La fortezza è stata costruita con blocchi di pietra di fiume e di mattoni, per dare maggiore solidità e sicurezza in caso di battaglia. E’ sormontata da quattro torri nei quattro punti cardinali: la torre della polveriera, la torre di osservazione, la torre a est e la torre della porta.

Castello degli Hunyadi (Corvin) – il Castello di Dracula

Castello degli Hunyad
Castello degli Hunyad

C’è un castello tenebroso nei Carpazi che avrebbe potuto ispirare Jules Verne: si trova a Hunedoara, alle pendici dei Carpați Meridionali,  ed è considerato uno dei più misteriosi castelli dell’Europa dell’Est. Si tratta del Castello degli Hunyadi, detto anche il Castello dei Corvin, che la guida Lonely Planet descrive così: “In nessun luogo della Romania il contrasto tra passato e presente è così stridente come a Hunedoara, dove i giganteschi scheletri di acciaierie abbandonate fanno da cornice spettrale ed arrugginita a uno dei castelli più belli dell’Europa Orientale: Castello degli Hunyadi o Castello Corvino, una fortezza gotica del XIV secolo che si è conservata intatta ed è considerata una della gemme architettoniche della Transilvania“.

Stanza delle torture
Stanza delle torture

Il castello sorge imponente sul sito di un antico castrum romano, nel centro-sud della Romania, non lontano dalla Fortezza dacica di Sarmizegetusa.  Le torri di difesa, le guglie gotiche, i fossati, le mura merlate, i ponti levatoi del castello erano una novità nell’architettura militare della Transilvania del XIV-esimo secolo. L’artefice della trasformazione del castello fortificato in una sontuosa residenza signorile, fu Matei Corvin,  re d’Ungheria, alleato e poi nemico del principe Vlad della Valacchia.  Sono in molti a sostenere che il principe passò qui ben 7 anni della sua prigionia, anche se non ci sono documenti storici a dimostrarlo. Con o senza il principe Vlad rinchiuso qui, il castello è avvolto in un’atmosfera horror misteriosa e terrificante, grazie alle storie che descrivono le peggiori punizioni inflitte ai prigionieri, difficili da immaginare e ancora più difficili da raccontare. La più “leggera” racconta che dodici turchi, incarcerati nella prigione del castello, scavarono per quasi 15 anni un pozzo di 30 metri nel cortile. Lo fecero in cambio della promessa del principe Iancu de Hunedoara di liberarli. Una volta finito il lavoro, chiesero che la promessa fosse mantenuta, ma le loro speranze furono disattese e morirono decapitati.Dalle storie delle tante morti per tortura alle leggende di fantasmi il passo è breve. Nel 2007 la trasmissione televisiva americana Most Haunted Live ha fatto un’indagine durata 3 giorni per verificare la presenza di spiriti nel castello. Non vi furono risultati.

Fortezza di Poenari – il Castello di Dracula

Fortezza Poenari
Fortezza Poenari

E’ l’unica residenza reale del principe Vlad, quella che davvero possiamo chiamare il Castello di Vlad, visto che fu costruito proprio da lui. La leggenda racconta della sua edificazione in soli 3 mesi, da parte dei nobili che furono puniti per l’uccisione del padre e del fratello di Vlad e obbligati a costruire una fortezza su una rocca in mezzo al bosco. Si dice che, una volta terminati i lavori, il principe abbia obbligato i nobili a stendersi a terra e abbia percorso i 1480 gradini della scalinata camminando sui loro dorsi.


Le rovine della Fortezza di Poenari sono ancora imponenti e magnifiche. Da lassù il panorama lascia senza fiato (già a corto di ossigeno dopo tutti gli scalini!) e si rimane veramente estasiati dai Monti Carpazi che ancora ti sovrastano e dal fiume Argeș, sottostante, dove si narra si sia gettata  Elisabetta, moglie del principe Vlad, in seguito alla falsa notizia dell’uccisione di questo da parte dei turchi. E qui potrebbe iniziare un’altra storia, quella del fiume della Principessa..

Fortezza Poenari
Fortezza Poenari




Transfăgărășan, la strada tra le nuvole…

La strada che i realizzatori del prestigioso programma televisivo della BBC, Top Gear,  hanno definito come “la più bella del mondo” si trova in România, in Transilvania, tra Sibiu e Brașov, si chiama Transfăgărășan, sulle carte DN67C,  ed è stata progettata nel 1970 come percorso strategico militare, a seguito all’invasione in Cecoslovacchia dell’Unione Sovietica del 1968.

Il dittatore rumeno Nicolae Ceausescu fu l’unico alleato a rifiutarsi di inviare i propri carri armati a Praga, non appoggiando di fatto l’operazione militare russa. Temeva pertanto un’ analoga invasione in Romania come ritorsione e decise dunque di costruire per i suoi eserciti una via “tra le nuvole“, come la chiamano gli abitanti della zona, che collegasse la regione della Valacchia (al sud della Romania) con quella della Transilvania, tagliando in due la catena montuosa più alta del paese, i Monti Făgăraș. Il risultato fu una strada lunga 90 km, realizzata estraendo ben 3 milioni di tonnellate di roccia e utilizzando oltre 6000 tonnellate di esplosivo!
laculQuando iniziarono i lavori, nel gennaio del 1970, a trenta gradi sotto zero, i pessimisti dicevano che sarebbero durati 20 anni, gli ottimisti, non più di 10. Alla fine, la strada fu costruita in meno di 5 anni! Alla sua realizzazione lavorarono oltre 3000 soldati del genio militare, in tre turni, giorno e notte, d’inverno, a temperature rigidissime, e d’estate. Il capo cantiere dell’epoca parla di un’organizzazione perfetta del lavoro. I militari ricevevano premi in denaro ogni mese e ogni trimestre, ricompensati e stimolati anche con frequenti permessi per vedere le famiglie.
Non furono pochi però quelli che persero la vita. Il numero ufficiale diffuso dal regime parlava di 40 morti, ma i sopravvissuti ne contavano più di 400!
A memoria dei lavoratori che dimostrarono di essere letteralmente “più forti della roccia“, Ceausescu eresse sulla stessa strada due monumenti a testimonianza del loro coraggio e del loro sacrificio.

Secondo la rivista americana CarsRoute, che ha realizzato una classifica delle 15 strade più belle al mondo da percorrere in auto o in moto, la Transfăgărășan è la strada “più bella del mondo, anche più bella del Passo dello Stelvio”.
Si attraversano i Carpazi Meridionali, tra le vette più alte dei Monti Făgăraș, Moldoveanu e Negoiu, costeggiando torrenti d’acqua e rocce maestose, arrivando ad un’altitudine di 2034 mt.

orsi150 serpentine, 830 ponti, 27 viadotti, 6 tunnel, tra cui il più lungo del paese, 887 metri, 6 mt di larghezza e 4,4 di altezza, illuminato solo dal 2010,  275.000 tonnellate di asfalto. Un percorso immerso nel verde, con paesaggi mozzafiato, pieno di tornanti e serpentine, con una visibilità ottimale tra una curva e l’altra.
Nel progetto originario dell’ideatore, la strada poteva essere percorsa in una sola notte dai carri armati dell’esercito rumeno, permettendogli di arrivare rapidamente dal sud al nord, nell’eventualità di un’invasione sovietica.

Si doveva chiamare “Strada Nicolae Ceaușescu” ma, proprio per volontà del dittatore, fu lasciato il nome deciso precedentemente dal Comitato Esecutivo del Partito, Transfăgărășan (letteralmente “attraverso i monti Făgărășan”)

Attualmente la strada è tappa ciclistica del giro della Romania ed è tra le attrazioni turistiche più conosciute al mondo per gli amanti dei viaggi su 2 e 4 gomme, diventata spesso set cinematografico per attori di Hollywood, (tra tutti Nicolas Cage, Van Damme, Kevin Costner) che hanno girato qui, negli ultimi anni, scene dei loro film d’azione (ndr Ghost Rider 2).
Certo che a volte la storia si diverte a prendersi gioco dei suoi protagonisti: il dittatore rumeno Nicolae Ceausescu, da perfetto comunista, odiava l’America e i suoi film, messi al bando dalla censura di regime, e non avrebbe mai immaginato che, la strada che doveva portare il suo nome,  sarebbe diventata, dopo 40 anni, un set cinematografico proprio ad uso del capitalismo “marcio e decadente“.

Tourists have dinner inside the Balea Lac Hotel of Ice in the Fagaras mountainsSe pensate di organizzare un viaggio in Transilvania, in moto o in auto, sulla DN67C, la Transfăgărășan, è bene sapere che è aperta solo da luglio a settembre. Il percorso inizia nella zona della centrale idroelettrica Vidraru, con la diga di oltre 300 mt costruita sul lago artificiale, continua verso Poienari, dove si trovano le rovine di uno dei Castelli del principe Vlad III di Valacchia (Dracula, sempre lui!), sulla sommità di una rocca (per arrivarci dovete inerpicarvi per ben 1480 scalini, ma ne vale la pena per la magnifica vista panoramica).
La strada, sempre in salita, prosegue tra curve e serpentine, arrivando a circa 1230 mt di altitudine, alla Cascata Bâlea, la più grande della Romania, una sorta di cascata a scale, con un salto di 68 mt. A 2034 mt è situato il lago glaciale Bâlea, diventato famoso negli ultimi anni per l‘Albergo di Ghiaccio, primo dell’Europa dell’Est,  che ospita turisti da tutto il mondo, nelle sue 16 stanze, a una temperatura costante di 2-3 gradi.  Durante l’inverno, con la Transfăgărășan chiusa, si può raggiungere la struttura tramite funivia.

Lunga e tortuosa, con molti tratti da affrontare con molta cautela, questa strada offre un’esperienza unica a quelli che si avventurano a percorrerla. Alcuni paesaggi sono mozzafiato! Guidare a 2000 mt di altitudine da realmente la sensazione di guidare tra le nuvole!
Un solo consiglio, non calcolate il tempo di percorrenza in base ai km, perché vi può succedere di incontrare facilmente greggi di pecore in transumanza,  o qualche orso alla ricerca di cibo. Basta fermarsi e aspettare, dimenticate l’orologio!