1

L’elisir della giovinezza

C’era una volta un luogo in cui si andava alla ricerca dell’elisir della giovinezza. Non parlo dell’Etiopia, dove, per gli antichi greci, si sarebbe trovata la fonte della lunga vita, né delle terre oscure dell’Abkhazia, il posto in cui,  ai tempi di Alessandro Magno,  pare fosse stata scoperta l’Acqua della vita, né del Santo Graal, ricercato da Re Artù e dai suoi Cavalieri perché considerato donatore di vita eterna e guaritore di ferite.

Parlo piuttosto di tempi molto più moderni quando, abbandonato il miraggio di un luogo mitico che nascondesse elisir o fonti miracolose, si è cercato di capire se fosse possibile combattere l’invecchiamento per via farmacologica.

Dal 1950 cominciò un singolare pellegrinaggio verso un piccolo paese comunista di cui si sapeva poco o niente ma che diventò, in breve tempo, una delle mete più ricercate tra coloro che sognavano di fermare il tempo. Parlo di Bucarest, in Romania, dove nel 1952, fu fondato il primo Istituto di Geriatria del mondo, dalla professoressa Ana Aslan, con l’intento di dimostrare che la vecchiaia poteva essere curata, come qualsiasi altra malattia.gerovital

Fu lei ad introdurre il concetto di profilassi della vecchiaia, spiegato poi al mondo interoLa domanda che dobbiamo fare non è più “quanto viviamo”, ma “come viviamo”. Il prolungamento della vita in sé non significa nulla, anche se è auspicabile. Dobbiamo prolungare non solo la vita, ma anche la vitalità e l’attività. C’è un principio in base al quale dobbiamo aggiungere non anni alla vita, bensì vita agli anni. Dovete capire che l’invecchiamento non si può combattere solo con delle pillole o delle iniezioni. E’ una battaglia che va iniziata fin dalla nascita. Ideale sarebbe vivere come degli immortali, ma nel contempo lavorare come se ci fosse l’ultimo giorno della nostra vita.

Molti personaggi famosi sono stati affascinati dall’idea, così innovativa all’epoca, di prevenire l’invecchiamento  e sono diventati i pazienti di lusso dell’Istituto Internazionale di Geriatria di Bucarest: Salvador Dalì, Charlie Chaplin, Kirk Douglas, Pablo Neruda, Aristotele Onassis, Jacqueline Kennedy, Indira Gandhi, Marlene Dietrich, Charles de Gaulle, Lilian Gish, il generale Tito, per citare solo alcuni  nomi illustri tra altri milioni di pazienti di tutto il mondo si sono sottoposti alle cure della dottoressa Aslan.

Tutto ebbe inizio nel 1949,anaaslan2 quando Ana Aslan cominciò a sperimentare gli effetti della procaina, un noto anestetico locale, sul reumatismo, nel caso di un giovane malato di artrosi. Dopo due anni, Ana Aslan avviò un esperimento di lunga durata sugli animali, associato a uno studio clinico su 25 pazienti anziani, basato sulla procaina iniettabile. Tra gli esempi più eclatanti a sostegno dell’efficacia del trattamento c’è quello di un paziente di 110 anni che, dopo quattro anni di cure, riuscì ad arrestare il tremolio di mani e testa riuscendo a camminare nuovamente da solo. La depressione era sostituita da uno stato psichico buono e il pigmento dei capelli bianchi era in rifacimento.

L’esperimento si dimostrò un successo diminuendo i dolori, aumentando la mobilità e procurando degli effetti inaspettati che migliorarono, oltre allo stato fisico dei pazienti, anche quelloGH3 mentale.

Ana Aslan era un ricercatore scientifico troppo esperto per ignorare tali fenomeni e immediatamente avviò un programma di controllo per studiare gli “effetti collaterali” della procaina non solo sulle arterie, ma anche sui tessuti cellulari e sul cervello e verificarne dosi ed associazioni possibili. Scoprii che c’era una azione specifica per le malattie circolatorie e articolari e un effetto di attivazione cerebrale che influenzava positivamente l’intero organismo.

Creò un farmaco chiamato Gerovital, GH 3, che presentò, per la prima volta, nel 1957, a Verona, durante il Congresso Mondiale di Geriatria. Fu l’inizio di un’epoca. Gli effetti miracolosi della procaina vennero conosciuti in tutto i mondo e la leggenda di Bucarest, fonte di giovinezza, ebbe inizio. L’interesse per la cura miracolosa fu talmente grande che lo stato rumeno decise di allargare la struttura dell’Istituto di Geriatria per poter ospitare le milioni di persone che correvano in Romania con la speranza di rallentare il tempo e i suoi segni.

In un’intervista, la professoressa Aslan ha spiegato la sua passione per la geriatria e la sua decisione di cambiare carriera, a 50 anni, di rinunciare alla cardiologia e dedicarsi alla “prevenzione” della vecchiaia.

Mi hanno sempre impressionato gli anziani, forse perché mio padre era di 20 anni più grande di mia madre, e io ero l’ultima figlia. Quando sono diventata medico e lavoravo nella chirurgia, mi ha impressionato quanto detto da un professore ad un anziano: “Io ho fatto il possibile. Che ti aiuti Dio.” Sono contraria all’idea che l’uomo si debba abituare alla malattia e alla morte. Ma se non credessi che la morte fosse un’ingiustizia, dovrei anche credere che la vita sia un’ingiustizia. Ma la vita è una realtà. Voi conoscete la vecchiaia in degrado, io so però che è possibile una vecchiaia bella, senza degrado fisico. 

anaaslanLa sua battaglia contro l’invecchiamento, a cui ha dedicato più di quarant’anni, è stata ardua, fin dall’inizio. Ha dovuto combattere con i pregiudizi, in un’epoca in cui si credeva che la donna non potesse essere pari all’uomo,  con l’inerzia, con lo spirito conservatore, con la burocrazia di un paese comunista, che ha ceduto il passo alla scienza solo dopo aver capito che, grazie alla terapia Gerovital, poteva incassare annualmente, più di 15 milioni di lei (cifra più che consistente anche rapportata a oggi)!  Ana Aslan ha dovuto affrontare anche le perplessità del mondo medico internazionale, diviso sull’efficacia del preparato GH3.  Una parte della comunità scientifica ha avanzato dei dubbi e ha “accusato” il preparato della Aslan di avere solo un effetto placebo, suggestivo. Altri ricercatori e molti medici testimoniano invece l’efficacia del preparato: una capacità, almeno temporanea, di rivitalizzare l’organismo e migliorare notevolmente alcune funzioni. Il gerontologo italiano Argiuna Mazzotti, che aveva seguito un corso  per l’ utilizzazione del Gerovital, sosteneva che i risultati sul piano del miglioramento delle condizioni soggettive, del comportamento e dell’umore erano più che ottimi.

ana2Fino a che è stata in vita, la stessa Aslan era essa stessa una efficace “propagandista” delle virtù del suo Gerovital: a novant’anni era vivace, giovanile, energica. In un’intervista confessava che non avrebbe potuto lavorare tanto, viaggiare in tutto il mondo, tenere conferenze, rispondere a tante domande e visitare centinaia di migliaia di malati, se non si fosse sottoposta per 22 anni al trattamento Gerovital e Aslavital, il nuovo prodotto creato nel 1980.

Durante la sua attività medica e scientifica le sono stati conferiti l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana,  il titolo di Cavaliere dell’Ordine Palmes Académiques, in Francia,  la Laurea Honoris Causa e il titolo di dottore emerito dell’Università di Bragança Paulista del Brasile, il titolo di membro dell’Accademia delle Scienze di New York.

Gerovital è un prodotto geriatrico che ha ottenuto il brevetto in 30 paesi ed è diventato uno dei brand rumeni più conosciuti nel mondo.

linea gerovitalNel 1967, fu realizzato il primo prodotto di bellezza anti-invecchiamento, Gerovital H3, in una fabbrica di cosmetici di Cluj Napoca, in Transilvania,  alla quale la professoressa Aslan aveva affidato la sua ricetta e che oggi ha l’esclusiva sui prodotti Gerovital.

Ana Aslan è morta nel 1988, a 91 ani, dopo una lunga vita dedicata alla ricerca. Non si è mai sposata e non ha avuto figli. Gli ultimi anni di vita li ha trascorsi in un appartamento allestito all’interno dell’Istituto di Geriatria,  che oggi porta il suo nome, convinta fino alla fine che gli esseri umani possano vivere fino a 120-130 anni e cercando di migliorare il suo segreto di eterna giovinezza.insitutut2




Ho detto Bucarest non Budapest!

Accade spesso che i nomi di due delle capitali dell’Est Europa si confondano, visto che si somigliano troppo. I nomi, non le città! Molte volte, nei quiz televisivi, ho sentito la domanda: ” Qual’è la capitale della Romania, Bucarest o Budapest?”, nel tentativo di chiarire questo dubbio di toponimia. Mi viene istintivamente di giudicare negativamente quelli che non hanno le idee troppo chiare, dimostrando ignoranza in geografia, ma poi mi dico che forse è anche colpa di una città se non riesce ad affermare una propria identità che la renda diversa da tutte le le altre agli occhi dei turisti.

Trattandosi della capitale della Romania, spesso mi viene chiesto un parere su Bucarest, se è bella, se vale la pena di essere visitata. Premetto che la Transilvania austro-ungarica, il nord, da dove vengo, ha sempre guardato con un pizzico di arroganza la Bucarest del sud troppo “balcanica”, caciarona, rumorosa, a tratti approssimativa (per gli italiani, “balcanico” in Romania è un termine che racchiude molti dei pregiudizi che in Italia si associano spesso agli abitanti del sud). Non nascondo che ogni volta che incontro in aeroporto un turista straniero che mi dice con ammirazione che “la Transilvania è tutt’altra cosa” rispetto a Bucarest e al sud della Romania in generale, mi sento gratificata.

No, non è la mia città del cuore, l’avrete capito, né quella dei miei sogni e, quando vivevo ancora in Romania,  non ho mai pensato di trasferirmi nella capitale e di lasciare  Cluj -Napoca, come hanno fatto tanti miei amici, inseguendo i loro sogni (in Romania l’emigrazione lavorativa va verso sud).  Perciò, fidatevi di me e di ciò che vi dirò su Bucarest perché non mi sento coinvolta emozionalmente, anche se la metà dei miei parenti vive lì. Quando una delle mie zie di Bucarest ha saputo che stavo scrivendo un articolo sulla sua città  mi ha detto “Ah, finalmente prendi in considerazione anche a noi!”.

Arcul de Triumf
Arcul de Triumf

Beh, non avrei potuto esimermi! Non sarà la mia città preferita, ma è pur sempre il cuore economico, politico e culturale della Romania la città rumena più visitata dai turisti stranieri. Bucarest vanta 37 musei, 22 teatri, 2 teatri dell’opera, 3 auditorium, numerose biblioteche pubbliche, librerie e i tipici book-caffè. Indicata spesso come  la “Parigi dell’Est” (come del resto Budapest, giusto per alimentare la confusione), per la particolare architettura d’ispirazione francese, fatta di ampi viali e di gloriosi edifici della Belle Epoque, ma anche per l’ambiente culturale cosmopolita dell’epoca. Per completare il paragone, uno dei monumenti più belli di Bucarest è l’Arco di Trionfo,  dal quale inizia Șoseaua Kiseleff, un grande viale anche più lungo e più largo del celebre Champs Elysées. Non a caso,  nel 2004, il film biografico Modigliani,  di Mick Davis, è stato girato proprio nella Piccola Parigi, Bucarest. 

Prima di scrivere l’articolo ho fatto un’ indagine personale tra i miei amici e conoscenti,  per vedere un po’ che cosa viene in mente quando si pensa a Bucarest…

Citando in ordine sparso, ecco cosa ho raccolto: Casa del Popolo, l’edificio più grande del mondo dopo il Pentagono, la squadra di calcio Steaua București e lo stadio Arena Națională (che ospiterà quattro partite  durante gli Europei itineranti di calcio del 2016), i ragazzi drogati e malati che vivono da vent’anni nelle fogne e nei cunicoli della città,  i cani randagi e le vari leggi sull’eutanasia canina che hanno sconvolto l’opinione pubblica internazionale. Qualche fan di Michael Jackson ricorda Bucarest perché è ancora convinto che il più bel concerto dell’artista sia stato Dangerous, Live in Bucharest, nel 1992, tra l’altro anche il primo mega-concerto pop in un paese ex-comunista.  
micheal

Direi che Bucarest, con i suoi quasi 2 milioni di abitanti, non sia tra le capitali turistiche più gettonate dell’Europa, anzi, molto probabilemnte è tra le capitali meno conosciute. Una città ancora tutta da scoprire. Ogni anno, arrivano qui circa 700.000 stranieri: italiani, americani, tedeschi, inglesi e francesi, ma più della metà vengono per affari e solo una piccola percentuale, circa il 10% , è attratta dalle bellezze della città.  L’ente nazionale del Turismo parla anche di un’altra categoria di turisti, il 15%, che viene per ragioni sentimentali.  Il motivo lo potremmo trovare in una famosa canzone degli anni cinquanta, considerata un vero inno delle ragazze di Bucarest: “Fetițe dulci ca-n București, în toată lumea nu găsești” (“Ragazze dolci come a Bucarest non le trovi da nessuna parte nel mondo”)  – ehm, se state pensando a quello, sappiate che è finito il turismo sessuale low-cost degli anni ’80!

dracula
Corte Antica, Statua di Vlad Țepeș

Comincerei a parlare di questa città dal nome che, probabilmente, deriva dalla parola rumena “bucurie”, che significa felicità, gioia. La giusta traduzione sarebbe quindi la “città della gioia“.  Ma il documento che attesta la sua nascita racconta tutt’altro. Secondo le fonti storiche antiche, la città è stata fondata nel 1459, sulla riva del fiume Dâmbovița,  da Vlad Țepeș, il leggendario Dracula, proprio lui!  Vlad III fece costruire la fortezza di Bucarest, prima di una lunga serie di fortificazioni, allo scopo di difendere la Valacchia dagli attacchi dei turchi. Verso la fine del sedicesimo secolo, Bucarest era la più grande città cristiana del sud-est europeo.

snagov
Lago Snagov

E’ curioso che il documento che attesta la nascita della città,  firmato proprio da Vlad l’Impalatore,  si conclude con una terribile maledizione. Terminare un contratto con una maledizione era un’usanza abbastanza comune all’epoca ma, trattandosi della firma autografa del Principe del Male gli studiosi considerano tale invettiva piuttosto nefasta per questo luogo. Inveendo contro il venditore della terra e la sua gente “e lui e la sua carne saranno distrutti dalla parola di Dio e nell’oltretomba la sua anima sarà con Giuda e Arius (teologo berbero, dichiarato eretico nel 325 d.c. e poi riabilitato, per le sue idee sulla non deità del figlio di Dio)  e con gli altri che hanno detto: il suo sangue cadrà su di loro e sui loro figli, questo è ora e sarà per sempre, amen” (documento originale conservato nel Museo Nazionale di Storia di Bucarest).

Si può immaginare che con un simile auspicio in città ci fu un proliferare di libri di malefici e anatemi, dei veri best-sellers, e il commercio a base di maledizioni fu più fiorente che mai.
La storia della città nei secoli a venire non fu affatto benevola e sono molti quelli che credono che la lunga serie di alluvioni, terremoti, incendi, invasioni, epidemie che hanno colpito Bucarest, i 40 anni di folle dittatura comunista, siano la conseguenza della sua nascita maledetta dal temuto Vlad Țepeș. Lo stesso che la tradizione popolare vuole che sia sepolto a pochi chilometri da Bucarest, nel Convento di Snagov, su un’isola, nel mezzo di un lago (ma avete letto che si parla anche di sua una sepoltura a Napoli?).
E di maledizione in maledizione, si dibatte anche su cosa abbia influito di più sulla morte del dittatore Ceaușescu, fucilato con la moglie nel giorno di Natale del 1989 durante la Rivoluzione anti-comunista. Si, perché come se non bastasse il fatto di governare in una città maledetta, nel 1984, per ordine suo, furono demoliti molti edifici e più di 20 chiese (molte considerate monumenti storici) , tra cui Spitalul Brâncovenesc (Ospedale Brâncoveanu) e la chiesa che era lì accanto. Sulla chiesa c’era un’iscrizione, del 1800, che prediceva che “colui che toccherà questa costruzione finirà ucciso dal suo popolo in un giorno di festa”.  Detto fatto!

bnjovi
Bon Jovi a Bucarest di fronte alla Casa del Popolo

Bucarest non è una città monumentale,  né appariscente a prima vista,  va scoperta a poco a poco, perché nasconde le sue bellezze e anche i suoi misteri, tra le vie e nei quartieri. Per decenni, è stata vittima della politica architettonica folle del dittatore Ceaușescu, che sognava di costruire un’intera città nuova,  sul modello coreano o cinese, distruggendo quella antica. La Casa del Popolo, attualmente sede del Parlamento rumeno, richiese il sacrificio di centinaia di edifici storici, chiese e abitazioni (Casa del Popolo? Leggi qui.). Com’è facile immaginare, proprio questo monumento che testimonia un periodo tra i più bui della storia del paese, rappresenta oggi la più grande attrazione turistica della capitale.  La Casa del Popolo è nel Guiness World Record con tre primati:  il più grande, il più costoso e il più pesante edificio amministrativo del mondo! Davanti al grandioso edificio si apre la Piazza della Costituzione, luogo in cui si sono svolti, dopo la caduta del comunismo,  quasi tutti i grandi eventi musicali internazionali.

lipscani
Zona Lipscani

In questa città dai mille volti, non è facile trovare una mappa che possa guidare i turisti nella ragnatela di piazze, strade, boulevards, vicoli, o viuzze, ma forse proprio il fatto di lasciare tutto al caso, alla fortuna, offre al turista l’opportunità di scoprire una città meno scontata,  ma piena di posti affascinanti.  La piazza San Giorgio (Piaţa Sfântul Gheorghe) con l’omonima chiesa è considerata il centro esatto di Bucarest. Qui è situato il km “zero”, punto ideale da cui si misurano le distanze del paese. La piazza non è distante dall’edificio dell’Università. A sud della Piazza dell’Università si estende la vecchia Bucarest, chiamata Curtea VecheCorte Antica fatta costruire da Vlad l’Impalatore, con numerosi edifici in stile neogotico di suggestiva bellezza Sono imperdibili nel centro storico la Chiesa della Corte Antica, risalente al XVI secolo,  celebre per i suoi magnifici affreschi,  Carul cu bere (Carello di birra), uno dei più famosi ristoranti di Bucarest,  inaugurato nel 1879 e Hanul lui Manuc (La Locanda di Manuc), il più antico albergo di Bucarest, costruito all’inizio del 1800. Sempre nella Città Antica è molto suggestiva la zona Lipscani,  così chiamata perché un tempo vi si aprivano le botteghe di commercianti tedeschi provenienti per lo più dalla città di Lipsia. Ancora oggi molte delle strade portano nomi derivati dalle attività artigianali e commerciali che vi si svolgevano, o da quello della provenienza dei mercanti che vi operavano.

Stavropoleos
Chiesa Stavropoleos

Lasciando la Corte Antica, non lontano troverete il viale più antico di Bucarest che oggi è la via più alla moda della città: Calea Victoriei, con i negozi più costosi della capitale, che ospitano numerose marche di lusso. Lungo il suo tracciato si affacciano molte delle principali attrazioni cittadine, tra cui la Piazza della Rivoluzione, resa famosa dalla caduta di Ceausescu il 21 dicembre 1989, in cui vennero documentati i suoi ultimi minuti al potere e la sua fuga in elicottero. Vari monumenti, fra cui il memoriale del Rinascimento, rendono omaggio ai romeni che vi persero la vita. Sulla piazza si affaccia una piccola ma bellissima chiesa ortodossa, Chiesa Crețulescu,  del 1722 costruita in mattoni rossi. Circondata da un quartiere di grigi edifici tipici del regime di Ceausescu,  è una delle chiese nascoste di Bucarest. La città è impreziosita da numerose chiesette bizantine e da molti monasteri, salvati dalla demolizione, come la Chiesa Stavropoleos e il Monastero Antim.

ateneu
L’Opera Romena

Bucarest è una città che ha trovato nella cultura la sua ancora di salvezza spirituale negli anni della repressione comunista. Testimoni sono i numerosi teatri, musei, biblioteche, gallerie d’arte che rendono la capitale rumena affascinante per gli amanti della cultura. Tra i 22 teatri della città più importanti: l’Opera Romena, al cui ingresso si trova la statua del compositore George Enescu, il Teatro Nazionale, ricostruito nel corso degli anni sessanta dopo la distruzione con i bombardamenti del 1944 da parte delle truppe tedesche, l’Ateneo Romeno, diventato il simbolo culturale della città. Tanti sono anche i musei che è possibile ammirare nella città di Bucarest, se ne contano addirittura 37: si va dal Museo Nazionale d’Arte che conserva oltre 70mila capolavori, al Museo di Storia della Romania, dal Museo Nazionale Cotroceni situato all’interno dell’omonimo palazzo dove risiede il Presidente della Repubblica al Museo della Musica, tanto per citarne alcuni. E ancora il Museo del Villaggio,  uno dei più grandi musei etnografici all’aria aperta in tutta Europa.  Non va dimenticato poi il Museo di Storia Naturale Grigore Antipa, uno dei primi musei al mondo specializzato in questo settore: vanta oltre 30mila pezzi unici. 

Una visita a Bucarest non può essere completa senza una passeggiata nei numerosi parchi della città, con i loro laghi artificiali, o lungo il fiume Dâmbovița, magari di sera, per renderla veramente romantica. Quando cade la notte, la città apre le sue porte verso un mondo di divertimento ed intrattenimento dove c’è solo l’imbarazzo della scelta, tra tanti ristoranti, casinò, pub, discoteche, club, che rendono la vita notturna davvero interessante.noaptea judecatorie
Attenti a malefici e fatture comunque…ricordatevi che siete sempre nella città fondata dal conte Dracula!




Dal dentista di Dracula!

Cristian, il mio dentista in Romania, è  diventato negli ultimi anni poliglotta. Parla inglese, tedesco, italiano e un po’ di francese, e questo grazie al fatto che il suo studio è diventato improvvisamente internazionale.  D’estate non chiude mai, per i suoi clienti stranieri è il periodo in cui lavora di più. Non si tratta solo di fugaci piombature e otturazioni, ma spesso sono operazioni serie, impegnative, che riesce a pianificare e realizzare in tempo record.  Mi sono sempre chiesta come mai  un intervento che in Italia impegna 2-3 mesi, da lui si riesce a fare in giro di un paio di settimane?  Secondo l’Associazione Dentisti Italiani,  “è la biologia e la Comunità scientifica internazionale ad indicare i tempi necessari per eseguire un intervento odontoiatrico corretto”, ma la risposta non convince le migliaia di italiani che vanno a curarsi all’estero, attirati non solo dal risparmio economico, ma anche dal risparmio di tempo.

Cristian è giovane, si è laureato a 25 anni, ha sempre sognato di fare il dentista. E’ cresciuto nello studio odontoiatrico del padre, che fu del nonno, insomma, una famiglia di dentisti da generazioni. Ha fatto tutte le specializzazioni, in Romania e all’estero (soprattutto Germania), è gentile, serio ed emette sempre fattura. Il suo modo preferito di farsi pubblicità è il passaparola. Tra i clienti trovi tanti rumeni che vivono all’estero, ma si curano in Romania e che spesso portano amici, amici di amici e così via.
Ma non è sempre così.  Il turismo dentale in Europa dell’Est è una realtà così radicata da essere considerata un vero fenomeno. Sul web i forum sono pieni di gente che racconta le sue esperienze, positive o negative, in Romania, Ungheria, Serbia e Croazia. Le offerte proposte dagli studi dentistici sono innumerevoli,  dei veri “pacchetti vacanza”, al pari delle agenzie di viaggi. Volo, autista e interprete a disposizione, cure termali, giri turistici, ma anche bonus economici da spendere in base alla somma pagata in studi dentistici convenzionati. Direi che non manca niente!  Ironia della sorte è che sempre più italiani vanno a curare i propri denti nella terra di un vampiro famoso proprio per i suoi sanguinosi canini! Battute a parte, si deve sottolineare che i medici che offrono i loro servizi ai turisti dentali non sono improvvisati sprovveduti con studi fatiscenti. Si tratta in genere di medici iscritti nell’Albo professionale Rumeno degli odontoiatri che operano anche nella sanità pubblica. 

Il turismo medicale rumeno, specializzato in cure dentali e cosmetiche, è un fenomeno sviluppatosi già dalla prima metà degli anni ’90. Molte cliniche, soprattutto di Bucarest e  Timisoara (chiamata anche “Trevisoara”, grazie alla presenza di tantissimi imprenditori italiani provenienti da Treviso) hanno cominciato ad essere frequentate con successo grazie all’accessibilità economica e alla tecnologia sempre più all’avanguardia. Il boom si è registrato dopo il 2007, con l’ingresso della Romania nell’Unione Europea, quando il paese si è allineato a tutti gli effetti con gli standard e le legislazioni europee.

Si stima che,  entro il 2015,  questo tipo di turismo in Romania subirà una forte espansione, generando più di 500 milioni di euro. Nel 2012 sono stati oltre 60.000 i pazienti stranieri – italiani, tedeschi, francesi e svizzeri… – che hanno “investito” in questo mercato circa 250 milioni di euro.  E’ stimato che un cittadino italiano che sceglie la Romania per le cure stomatologiche spende in media 4 o 5 volte di meno che nel proprio paese. Per fare un esempio concreto, mentre in Italia una corona in metallo-ceramica costa almeno 600 euro, in Romania il prezzo non è superiore ai 150 euro con parità qualitativa dei materiali.

Se da un lato l’Associazione dei Dentisti Italiani contrasta come può l’esodo dei pazienti verso i paesi dell’Est giustificando i prezzi alti e i tempi lunghi degli interventi odontoiatrici, attirando – giustamente –  l’attenzione sui rischi, dall’altro sempre più giovani (circa 2000 al momento) vanno a studiare medicina, specialmente odontoiatria, proprio in Romania.

Non è raro incontrarli mentre fanno praticantato negli stessi studi dentistici dove vanno i loro connazionali a sottoporsi agli interventi. Ho incontrato anche io uno studente di Reggio Calabria che, qualche anno fa che, non avendo superato il temuto test d’ingresso italiano, ha deciso di andare a studiare in Transilvania, a Cluj-Napoca.  “Qui, dice lui,  la selezione è diversa e tutti hanno una possibilità di dimostrare davvero quanto valgono. Dopo un primo esame di lingua, solo al terzo anno vieni bocciato solo se non hai superato tutte le prove. Si frequentano le lezioni tutti i giorni,  i professori fanno l’appello ogni ora. Volendo puoi seguire i corsi in inglese. Dal terzo anno facciamo pratica negli studi dentistici, qui, a differenza dell’Italia, il 50% della preparazione è pratica.” Conclude elencandomi con orgoglio la lunga lista delle piccole otturazioni, estrazioni, devitalizzazioni e pulizie dentali, effettuate già sotto la supervisione del suo tutor.

Non sorprende il fatto che cercando sui motori di ricerca frasi come “turismo Romania” il turismo dentale sia elencato senza distinzione tra una visita ad un castello di Dracula ed un giro da brivido nei cimiteri rumeni. In fin dei conti, se si può coniugare il piacere alla necessità, perché no?




Divorzio rapido

40 anni fa in Italia si è svolto un referendum storico per l’abrogazione della legge del 1970 che permetteva il divorzio. I risultati del referendum hanno indicato con chiarezza la posizione degli italiani, 60% a favore del divorzio, il referendum non è passato e il divorzio è restato definitivamente legale.
Dopo 40 anni il tema ritorna in discussione, non tanto per quanto riguarda la legalità, ma per la riduzione dei tempi necessari per lo scioglimento di un matrimonio. La Camera dei Deputati ha votato a favore della riduzione dei tempi da 3 anni a 12 mesi, se non c’è accordo tra marito e moglie, e a 6 mesi, se invece l’accordo c’è.
Nel caso in cui il senato voterà a favore, dal 26 maggio 2014, in Italia diventerà più facile divorziare. Una buona notizia per molti, non per il Vaticano e neanche per le centinaia di avvocati matrimonialisti rumeni ed italiani che, negli ultimi anni, hanno visto fiorire l’affare dei divorzi rapidi in Romania.
Le statistiche indicano una crescita di 30% delle richieste di divorzio fatte in un altro paese, specialmente in Romania e Spagna. Basta fare una ricerca su Google per rendersi conto di quanto sia prosperoso questo “turismo” finalizzato al divorzio lampo, decine e decine di siti internet che mostrano tutti i dettagli per l’organizzazione della procedura, vantaggi economici, e pieno rispetto delle normative europee.
Bucarest è ovviamente una delle destinazioni preferite. C’è bisogno di una residenza fittizia, un contratto di affitto di almeno 3 mesi, una delega fatta a un avvocato rumeno, 3500 euro e 4 mesi di attesa. Il divorzio lampo in Romania è considerato da molti un fenomeno sociale tanto che alcuni hanno ironicamente proposto di cambiare il titolo del famoso film del 1960 con Marcello Mastroianni, Divorzio all’italiana in Divorzio alla rumena.
La decisione del parlamento non poteva non essere criticata dal Vaticano. La riduzione dei tempi per lo scioglimento di un matrimonio è un attacco all’istituzione stessa del sacramento matrimoniale, già in crisi da molti anni.
Basta guardare le statistiche che indicano che, negli ultimi anni, sono aumentati i matrimoni civili e si è abbassato il numero dei matrimoni religiosi.
Per una sorta di compensazione, quello che sembra salvare l’istituzione sacra del matrimonio è proprio il matrimonio misto, in continuo aumento negli ultimi anni. In questo campo le donne rumene hanno fornito il loro cospicuo contributo, occupando il primo posto tra le “prescelte” degli uomini italiani, seguite dalle ucraine, russe e polacche.
A questo punto seguiamo il consiglio e  Matrimonio alla rumena sia!