1

Dal dentista di Dracula!

Cristian, il mio dentista in Romania, è  diventato negli ultimi anni poliglotta. Parla inglese, tedesco, italiano e un po’ di francese, e questo grazie al fatto che il suo studio è diventato improvvisamente internazionale.  D’estate non chiude mai, per i suoi clienti stranieri è il periodo in cui lavora di più. Non si tratta solo di fugaci piombature e otturazioni, ma spesso sono operazioni serie, impegnative, che riesce a pianificare e realizzare in tempo record.  Mi sono sempre chiesta come mai  un intervento che in Italia impegna 2-3 mesi, da lui si riesce a fare in giro di un paio di settimane?  Secondo l’Associazione Dentisti Italiani,  “è la biologia e la Comunità scientifica internazionale ad indicare i tempi necessari per eseguire un intervento odontoiatrico corretto”, ma la risposta non convince le migliaia di italiani che vanno a curarsi all’estero, attirati non solo dal risparmio economico, ma anche dal risparmio di tempo.

Cristian è giovane, si è laureato a 25 anni, ha sempre sognato di fare il dentista. E’ cresciuto nello studio odontoiatrico del padre, che fu del nonno, insomma, una famiglia di dentisti da generazioni. Ha fatto tutte le specializzazioni, in Romania e all’estero (soprattutto Germania), è gentile, serio ed emette sempre fattura. Il suo modo preferito di farsi pubblicità è il passaparola. Tra i clienti trovi tanti rumeni che vivono all’estero, ma si curano in Romania e che spesso portano amici, amici di amici e così via.
Ma non è sempre così.  Il turismo dentale in Europa dell’Est è una realtà così radicata da essere considerata un vero fenomeno. Sul web i forum sono pieni di gente che racconta le sue esperienze, positive o negative, in Romania, Ungheria, Serbia e Croazia. Le offerte proposte dagli studi dentistici sono innumerevoli,  dei veri “pacchetti vacanza”, al pari delle agenzie di viaggi. Volo, autista e interprete a disposizione, cure termali, giri turistici, ma anche bonus economici da spendere in base alla somma pagata in studi dentistici convenzionati. Direi che non manca niente!  Ironia della sorte è che sempre più italiani vanno a curare i propri denti nella terra di un vampiro famoso proprio per i suoi sanguinosi canini! Battute a parte, si deve sottolineare che i medici che offrono i loro servizi ai turisti dentali non sono improvvisati sprovveduti con studi fatiscenti. Si tratta in genere di medici iscritti nell’Albo professionale Rumeno degli odontoiatri che operano anche nella sanità pubblica. 

Il turismo medicale rumeno, specializzato in cure dentali e cosmetiche, è un fenomeno sviluppatosi già dalla prima metà degli anni ’90. Molte cliniche, soprattutto di Bucarest e  Timisoara (chiamata anche “Trevisoara”, grazie alla presenza di tantissimi imprenditori italiani provenienti da Treviso) hanno cominciato ad essere frequentate con successo grazie all’accessibilità economica e alla tecnologia sempre più all’avanguardia. Il boom si è registrato dopo il 2007, con l’ingresso della Romania nell’Unione Europea, quando il paese si è allineato a tutti gli effetti con gli standard e le legislazioni europee.

Si stima che,  entro il 2015,  questo tipo di turismo in Romania subirà una forte espansione, generando più di 500 milioni di euro. Nel 2012 sono stati oltre 60.000 i pazienti stranieri – italiani, tedeschi, francesi e svizzeri… – che hanno “investito” in questo mercato circa 250 milioni di euro.  E’ stimato che un cittadino italiano che sceglie la Romania per le cure stomatologiche spende in media 4 o 5 volte di meno che nel proprio paese. Per fare un esempio concreto, mentre in Italia una corona in metallo-ceramica costa almeno 600 euro, in Romania il prezzo non è superiore ai 150 euro con parità qualitativa dei materiali.

Se da un lato l’Associazione dei Dentisti Italiani contrasta come può l’esodo dei pazienti verso i paesi dell’Est giustificando i prezzi alti e i tempi lunghi degli interventi odontoiatrici, attirando – giustamente –  l’attenzione sui rischi, dall’altro sempre più giovani (circa 2000 al momento) vanno a studiare medicina, specialmente odontoiatria, proprio in Romania.

Non è raro incontrarli mentre fanno praticantato negli stessi studi dentistici dove vanno i loro connazionali a sottoporsi agli interventi. Ho incontrato anche io uno studente di Reggio Calabria che, qualche anno fa che, non avendo superato il temuto test d’ingresso italiano, ha deciso di andare a studiare in Transilvania, a Cluj-Napoca.  “Qui, dice lui,  la selezione è diversa e tutti hanno una possibilità di dimostrare davvero quanto valgono. Dopo un primo esame di lingua, solo al terzo anno vieni bocciato solo se non hai superato tutte le prove. Si frequentano le lezioni tutti i giorni,  i professori fanno l’appello ogni ora. Volendo puoi seguire i corsi in inglese. Dal terzo anno facciamo pratica negli studi dentistici, qui, a differenza dell’Italia, il 50% della preparazione è pratica.” Conclude elencandomi con orgoglio la lunga lista delle piccole otturazioni, estrazioni, devitalizzazioni e pulizie dentali, effettuate già sotto la supervisione del suo tutor.

Non sorprende il fatto che cercando sui motori di ricerca frasi come “turismo Romania” il turismo dentale sia elencato senza distinzione tra una visita ad un castello di Dracula ed un giro da brivido nei cimiteri rumeni. In fin dei conti, se si può coniugare il piacere alla necessità, perché no?




“Vedere per credere” o “credere per vedere”? Benvenuti a Padurea Baciului!

Nel bel mezzo della Transilvania, letteralmente “oltre la foresta”, si trova una  foresta maledetta,  oltre la quale c’è solo il Mistero…    

Potrebbe essere questo l’inizio di un’avvincente storia di fantasia, se non fosse che la foresta in causa è vera, si chiama Pădurea Hoia, conosciuta meglio come Pădurea Baciului (Foresta del Pastore). Si trova nel cuore della Transilvania, a pochi chilometri dalla città di Cluj-Napoca, si estende per 250 ettari di terreno ed è vecchia quasi 200 anni. I misteri che la avvolgono non sono semplici leggende (come si potrebbe pensare, visto che siamo in Transilvania!), ma eventi accaduti realmente, sostenuti da centinaia di immagini, riprese video, testimonianze dirette, che hanno fatto il giro del mondo, e da oltre 50 anni di ricerche in cui gli studiosi del paranormale hanno cercato di trovare spiegazioni a fenomeni apparentemente inspiegabili.

baciu4Tutto è iniziato nel 1968, quando la foresta è diventata nota in tutto il mondo per alcuni fatti misteriosi che si sarebbero verificati qui. Il biologo rumeno Alexandru Sift, che realizzava delle ricerche da più di dieci anni, riuscì a sorprendere in alcune delle sue foto  fenomeni incredibili: strani bagliori che spezzavano la notte profonda, oggetti volanti non identificati, umanoidi, sagome dai contorni non definiti e alberi senza foglie che crescono in spire ovoidali.  Le foto (oltre di 60.000, molte delle quali purtroppo andate perse dopo la sua morte) sono considerate ancora oggi dagli specialisti tra le prove più attendibili dell’esistenza degli UFO. Tra i vari eventi inquietanti registrati sul posto, Sift fu vittima, insieme ad altri, di un malore che lo accompagnò per due settimane con febbre e ustioni su tutto il corpo. Conosciuta come “cheratosi Attinica” si tratta di una malattia cutanea dovuta ai raggi ultravioletti del sole. Incuriositi dal fenomeno furono effettuate rilevazioni che riscontrarono in certe zone della Foresta una radioattività superiore a quella prodotta dall’urano naturale!
Dopo aver superato la censura comunista, le foto realizzate da Alexandru Sift furono trasmesse a tutte le agenzie di stampa estere e presentate in tutti i convegni ufologici e scientifici come prove incontestabili della presenza di oggetti non identificati sulla terra. A causa della stessa censura comunista, i romeni appresero dell’esistenza di questi materiali solo nel 1974, quando le ricerche di Sift furono continuate da un gruppo di scienziati con a capo l’attuale presidente della Società Rumena di Parapsicologia, il professore Adrian Pătruț. Considerato uno dei maggiori esperti di fenomeni paranormali registrati nella Foresta del Pastore, ho avuto il piacere di accompagnare Pătruț personalmente, insieme ad un gruppo di giornalisti, in un’inquietante notte di molti anni fa nella foresta… (e devo ammettere che difficilmente cederò al brivido di una seconda visita!). Prima di entrare ci ha avvertiti che la foresta “parla solamente a chi ci crede” e che gli scettici  non vivranno mai un’esperienza degna di essere raccontata. Mi ricordo che quella volta ci mostrò un’anomalia che si registra spesso qui e che riguarda il malfunzionamento dei dispositivi elettronici, fenomeno che non ha trovato altre spiegazioni se non quelle collegate ad attività paranormali. Avevo appena inserito le batterie nuove nella macchina fotografica, feci un paio di scatti nel buio, e le batterie furono di nuovo scariche…  L’operatore che stava con me e riprendeva la nostra visita (all’epoca lavoravo per una televisione locale)  riuscì a fare poco di più, anche a lui la telecamera smise di funzionare dopo pochi minuti. Missione compiuta!, disse soddisfatto il nostro accompagnatore, che conosceva come pochi quel posto.
padureIl cuore della Foresta è costituito da una zona perfettamente circolare, chiamata Poiana Rotundă, dove la vegetazione è stranamente assente. Sono stati prelevati e analizzati campioni di terra di questo epicentro, ma i risultati non hanno mai evidenziato niente di anomalo che possa giustificare la completa assenza di vita vegetale. Un altro mistero, dunque, che si aggiunge ai tanti altri che ci ha raccontato la nostra guida: strane apparizioni invisibili ad occhio nudo che però lasciano traccie fotografiche, dematerializzazioni, luci e ombre comparse all’improvviso dietro agli alberi, un uomo senza ombra sorpreso in una giornata soleggiata di maggio, delle rovine fotografate e poi scomparse il giorno dopo, orme nella neve che scompaiono all’improvviso.

Le misteriose attività paranormali sembrano avere il suo “epicentro” in una zona di Hoia-Baciu dove la vegetazione è inspiegabilmente assente. La zona si presenta come un cerchio perfetto inciso nel bosco. Desertica, non vi cresce praticamente nulla. Sono stati prelevati campioni di terra dal sito e analizzati. Ma i risultati dimostrano che non vi è alcunché di anomalo che possa impedire la crescita di qualsiasi forma di vita vegetale. Tutto regolare, apparentemente.

– See more at: http://noiegliextraterrestri.blogspot.it/2014/06/le-enigmatiche-anomalie-della-foresta-hoia-baciu-romania.html#sthash.qW3jRpj5.dpuf

Desertica, non vi cresce praticamente nulla. Sono stati prelevati campioni di terra dal sito e analizzati. Ma i risultati dimostrano che non vi è alcunché di anomalo che possa impedire la crescita di qualsiasi forma di vita vegetale. Tutto regolare, apparentemente.

– See more at: http://noiegliextraterrestri.blogspot.it/2014/06/le-enigmatiche-anomalie-della-foresta-hoia-baciu-romania.html#sthash.qW3jRpj5.dpuf

Desertica, non vi cresce praticamente nulla. Sono stati prelevati campioni di terra dal sito e analizzati. Ma i risultati dimostrano che non vi è alcunché di anomalo che possa impedire la crescita di qualsiasi forma di vita vegetale. Tutto regolare, apparentemente.

– See more at: http://noiegliextraterrestri.blogspot.it/2014/06/le-enigmatiche-anomalie-della-foresta-hoia-baciu-romania.html#sthash.qW3jRpj5.dpufdove da sempre non cresce un filo d’erba. Botanici e biologi di tutto il mondo hanno analizzato quel tratto di terra senza però riportare nulla di anormale.

Altra anomalia riguarda il sistematico malfunzionamento dei dispositivi elettronici presenti in tutta la zona dell’Hoia-Baciu Forest, tanto che diversi investigatori non hanno potuto fare altro che riconoscere l’effettiva paranormalità di questi fatti e del fatto che essi possano in qualche modo essere collegabili ad attività soprannaturali. – See more at: http://noiegliextraterrestri.blogspot.it/2014/06/le-enigmatiche-anomalie-della-foresta-hoia-baciu-romania.html#sthash.qW3jRpj5.dpuf
Altra anomalia riguarda il sistematico malfunzionamento dei dispositivi elettronici presenti in tutta la zona dell’Hoia-Baciu Forest, tanto che diversi investigatori non hanno potuto fare altro che riconoscere l’effettiva paranormalità di questi fatti e del fatto che essi possano in qualche modo essere collegabili ad attività soprannaturali. – See more at: http://noiegliextraterrestri.blogspot.it/2014/06/le-enigmatiche-anomalie-della-foresta-hoia-baciu-romania.html#sthash.qW3jRpj5.dpuf
Altra anomalia riguarda il sistematico malfunzionamento dei dispositivi elettronici presenti in tutta la zona dell’Hoia-Baciu Forest, tanto che diversi investigatori non hanno potuto fare altro che riconoscere l’effettiva paranormalità di questi fatti e del fatto che essi possano in qualche modo essere collegabili ad attività soprannaturali. – See more at: http://noiegliextraterrestri.blogspot.it/2014/06/le-enigmatiche-anomalie-della-foresta-hoia-baciu-romania.html#sthash.qW3jRpj5.dpuf

Per  gli appassionati di fenomeni paranormali, di ufologia e di parapsicologia, Pădurea Baciului, è il Triangolo delle Bermuda della Transilvania, l’Area 51 d’Europa, uno degli esempi di fenomeni paranormali meglio documentati esistenti al mondo (tra le altre esistono oltre 1000 foto che riprendono oggetti non identificati che sorvolano la Foresta).
Per il quotidiano britannico The Guardian è tra i 10 posti più spaventosi dell’Europa, insieme alla Collina delle Croci in Lituania, Cappella dei Cappuccini a Palermo, l’Ossario di Kutna-Hora, in Repubblica Ceca e l’Ossario di Halsttat in Austria.

forestaPer gli abitanti della zona, la Foresta è un luogo maledetto, di cui parlano malvolentieri, come se non volessero svegliare gli spiriti che vi dimorano. Se si cerca di ottenere qualche informazione, rispondono semplicemente quello che hanno sentito dire dai loro antenati, ma prima avvertono: “Non vi inoltrate nella foresta perché ci sono delle presenze maligne che non vi faranno più ritornare”. Alcuni parleranno di diavolo, altri degli spiriti della gente torturata qui e che infestano il luogo, altri di fantasmi, di alieni… molti vi racconteranno di sparizioni. La prima leggenda, quella a cui la foresta deve il nome, è la storia di un pastore (in rumeno, baciu significa pastore) scomparso misteriosamente insieme al suo gregge di 200 pecore. Per giorni gli abitanti dei villaggi limitrofi setacciarono l’area, ma dell’uomo e dei suoi animali nessuno seppe più nulla.
Si susseguono storie che narrano di persone sparite nella foresta e ricomparse anni dopo senza sintomi di invecchiamento, con gli stessi abiti e senza ricordo alcuno, persone ritornate dopo poche ore con capelli bianchi, farneticante ed in stato confusionale…
Una cosa è certa, le sparizioni sono accomunate dalla sensazione che hanno avuto i protagonisti di aver perso la cognizione del tempo e dello spazio, indizi che hanno spesso identificato la Foresta Baciu come una sorta di porta d’ingresso verso un’altra dimensione, uno Stargate.

Non mancano coloro che sostengono l’esistenza di una connessione extraterrestre con la foresta. Diverse le testimonianze fotografiche di luci aliene provenienti dal sottobosco e nel cielo sopra di esso. – See more at: http://noiegliextraterrestri.blogspot.it/2014/06/le-enigmatiche-anomalie-della-foresta-hoia-baciu-romania.html#sthash.qW3jRpj5.dpuf

Le testimonianze dei numerosi esploratori e ghost hunters che periodicamente visitano la foresta sono considerate da molti attendibili. Tutti quelli che si avventurano tra gli alberi, avvertono una sensazione di malessere generale, ansia, nausea e capogiri. Molti giurano di sentirsi osservati da misteriose presenze rannicchiate dietro i cespugli e di sentire voci spettrali tra le fronde degli alberi.

Il dubbio resta:  Vedere per credere o dovremmo dire credere per vedere?

Mirela Baciu

padure2

Recentemente, l’energia paranormale che avvolge la foresta ha assunto connotati decisamente misteriosi. Basti pensare che un ricercatore di una serie televisiva che si occupa di indagini paranormali, mentre indagava sui misteri che avvolgono tale luogo enigmatico, si sia ritrovato pieno di graffi sotto il suo abbigliamento assolutamente rimasto intonso. Graffi somiglianti a quelli provocati da un attacco animale. Il ricercatore, in seguito all’avvenuto, ha deciso di non continuare l’inchiesta per non compromettere l’incolumità del suo staff. – See more at: http://noiegliextraterrestri.blogspot.it/2014/06/le-enigmatiche-anomalie-della-foresta-hoia-baciu-romania.html#sthash.qW3jRpj5.dpuf




Cluj-Napoca, il cuore della Transilvania

Mi piace scherzare con mio figlio e a volte e gli dico: “Quando finirai il liceo, andrai all’università in Transilvania, a Cluj-Napoca, incontrerai una ragazza rumena di cui ti innamorerai e rimarrai a vivere là”, e lui risponde protestando (giustamente) che non gli posso programmare il futuro! Forse dentro di me  sento che il ritorno di mio figlio a Cluj chiuderebbe un cerchio, iniziato con la mia partenza, da Cluj, oltre 13 anni fa. O forse semplicemente mi piacerebbe che lui andasse a studiare nella città-capitale della Transilvania perché è una bellissima città (con meravigliose chiese, basiliche, teatri, mura antiche, statue, piazze, il fiume Somes che romanticamente la attraversa), cosmopolita, con mille realtà culturali amalgamate dallo spirito di tolleranza, il secondo centro universitario della Romania (dopo quello di Bucarest), con 8 università e più di 100.000 studenti.  Ma sopratutto perché ho trascorso lì buona parte della mia vita e la considero città dell’anima.  Si potrà dire così?  Non sono affatto imparziale e spassionata dunque quando parlo di Cluj-Napoca (si pronuncia ‘kluʒ napo’ka e non Clui) e quando la consiglio agli amici come meta per le vaclujcanze.

Beh vi stupirà ma non sono l’unica a pensarla così! Il Daily Mail, prestigioso quotidiano britannico, ha realizzato nel luglio del 2014, un sondaggio sul livello di ospitalità di 79 città europee verso gli stranieri.

Ehm ehm… Cluj-Napoca occupa il primo posto nella classifica! Alla domanda “ritenete positiva la presenza degli stranieri nella vostra città?” il 91% degli abitanti ha risposto affermativamente. Un plebiscito!
Seguono a ruota Lussemburgo, Cracovia, Copenhaga e Ljubliana. Tra le maglie nere italiane, in fondo alla classifica, Torino, Napoli, Roma e Bologna. Fanalino di coda Atene.

Quando ho letto i risultati del sondaggio mi sono sentita orgogliosamente felice, ma non mi sono meravigliata più di tanto. La città di Cluj-Napoca è da sempre luogo di incontro di diverse lingue e culture : rumene, ungheresi, sassoni, ebree, armene, slave e altre minoritarie e diverse religioni: ortodossa, cattolica, greco-cattolica, protestante, luterana.cluj-napoca

La diversità si “respira” già entrando in città e si legge nei cartelli che ti danno il benvenuto. Pur non essendo un posto di confine, il nome della città è scritto in tre lingue: Cluj-Napoca (rumeno), Kolozsvár (in ungherese), Klausenburg (in tedesco). Alcune fonti dicono che l’origine del nome derivi dalla parola Castrum Clus ( “città chiusa”,  per via delle montagne che la circondano) mentre altre fonti vogliono l’origine del nome tedesco Klaus (“passaggio tra le montagne”). Il nome Napoca è stato aggiunto durante il regime comunista, per sottolineare l’origine dacica e romana della città. Non a caso, uno dei simboli è proprio la Lupa Romana, che alatta Romolo e Remo, una statua donata a Cluj dalla città di Roma e che si trova proprio al centro della città.
Il multilinguismo è una realtà indiscutibile in questo posto, lo è sempre stato.  Spesso entrando nei negozi vieni salutato in rumeno, ungherese o tedesco, le tre lingue parlate fluentemente dagli abitanti, oltre l’inglese.  Facilmente senti parlare anche romanes (la lingua dei rom), armeno, italiano, arabo. Mi ricordo che, negli anni ’80, nelle università di Cluj, c’erano molti studenti stranieri, sopratutto provenienti dai paesi arabi e dalla Grecia,  che non solo arricchivano le casse dello stato, pagando tasse in dollari, ma aggiungevano un tocco di universalità alla città, abbastanza inconsueto nella Romania comunista.

La diversità linguistica della città ha radici storiche piuttosto articolate. I primi insediamenti furono dei Celti e dei Daci, colonia romana nel I secolo a.C., conquistata e distrutta dai Goti, dagli Unni di Attila e dagli Avari, contaminata dalle popolazioni slave, annessa al I impero bulgaro, dominata dai magiari prima e dagli ungheresi dopo, devastata dai mongoli, colonizzata dai tedeschi (1270 d.c) annessa più volte all’impero austro-ungarico, capitale del principato austriaco della Transilvania, ritornata a far parte della Romania (1918), occupata dai sovietici dal 1944 al 1952 e infine di nuovo città della Romania comunista e poi democratica!!

Forse il posto più suggestivo, il simbolo dellsan michelea città,  è Piața Unirii ( Piazza dell’Unità), con al centro la statua del celebre re d’Ungheria Matei Corvin (Mathias Rex), non a caso nato qui nel 1443. La piazza è dominata dall’imponente Chiesa di San Michele, costruita tra il XIV e il XV secolo, uno dei più rappresentativi edifici gotici del Paese e un importante monumento religioso. Vale la pena visitare il suo interno (ingresso libero), caratterizzato da diversi stili architettonici, dal rinascimentale al barocco.  A ricordare la vecchia colonia romana, è stato ricavato uno spazio coperto da un vetro su alcune rovine romane, portate alla luce dagli archeologi. Nella stessa piazza, teatro degli scontri  durante la rivoluzione anticomunista del 1989, si trova una lapide che ricorda i morti di quei giorni. La storia tormentata di questa città ha lasciato il segno ad ogni passo.

Dalla Piața Unirii, passeggiando per il Bulevardul Eroilor (Boulevard degli Eroi), troverete la statua della Lupa Romana; proseguite fino ad arrivare nella Piața Avram Iancu (che prende il nome da un eroe nazionale, tra i capi della Rivoluzione della Transilvania, del 1848). Qui si trovano la Cattedralupale Ortodossa e il Teatro Nazionale, edifici costruiti all’inizio del novecento. Vi consiglio di entrare nella cattedrale e di assistere a una messa ortodossa, vi garantisco che sarà un’esperienza che non vi lascerà indifferenti. Siccome i rumeni sono molto religiosi e molto…ortodossi, la chiesa si affolla a ogni messa, le donne a sinistra e gli uomini a destra, tutti a pregare in piedi o in ginocchio, dopo aver fatto la fila per baciare l’icona che si trova davanti all’altare.

La ricchezza architettonica della città è sotto gli occhi di tutti.  A Cluj si trovano importanti monumenti di epoca medievale (il Bastione dei Sarti o Bastione Bethlen, la Chiesa benedettina Calvaria),  rinascimentale (la chiesa gotica, calvinista,  senza campanile, la casa di Matei Corvin, il Museo della Farmacia, la statua di  San Giorgio che uccide il drago), barocca ( il palazzo Banffy,  attualmente sede del Museo dell’Arte), il monumento liberty dedicato a Matei Corvin.  C’è poi la Sinagoga “Neologa”, in stile neomoresco, sul modello della Sinagoga di Vienna.

Una passeggiata nel Parco Centrale della città è d’obbligo per tanti motivi: è un’isola di verde con una storia di oltre 180 anni, avrete la possibilità di fare una passeggiata in barca sul lago,  ma anche di fare ginnastica nella palestra all’aperto attrezzata al centro del parco. In fondo si trova il nuovissimo stadio Municipale da 23mila posti, il  Cluj Arena,  che ha la forma di un’astronave. Dobbiamo dire che proprio grazie a questo stadio e alla squadra CFR Cluj (in Champions League nel 2012), molti italiani hanno appreso dell’esistenza della città di Cluj-Napoca. stadio

Stanchi della passeggiata in città? Fermatevi nella zona pedonale (Bulevardul Eroilor), frenetica ma non caotica, vivace e dinamica grazie alle migliaia di studenti che vengono qui da tutta la Romania e parte dell’Europa. La strada è piena di locali e bar all’aperto con terrazze. Avrete solo l’imbarazzo della scelta su dove fermarvi per sorseggiare un drink, assaggiare un dolce tipico, bere un espresso e respirare l’aria pura, tra le più pulite d’Europa, secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente.
Se volete mangiare in un ristorante potete scegliere tra la cucina tradizionale rumena, quella italiana, l’araba, l’ungherese, la greca…A Cluj si può pranzare praticamente a qualsiasi ora!

In auto, in treno, in aereo (in città c’è un comodo aeroporto internazionale), se state ancora pensando se andare o no in Transilvania, a Cluj-Napoca, vi darò un motivo in più per farlo: nel 2015, sarà la Capitale europea dei giovani!

Mirela Baciu




Ciao, ciao Romania?

Addio al test di ingresso alla Facoltà di Medicina, addio al numero chiuso, dal 2015 cambieranno le regole, l’annuncio è stato fatto dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. Il modello sarà quello francese, chiamato con un termine non molto incoraggiante, ghigliottina,  con il primo anno aperto per tutti e dopo il primo o il secondo si farà una selezione basata sul merito. Immediate le reazioni dei rettori che avanzano critiche logistiche e meritocratiche al progetto del Ministro che ha già fatto sapere che non tornerà indietro. Festeggia buona parte degli studenti che avrebbe dovuto affrontare il test d’ingresso il prossimo anno.

Le matricole di quest’anno saranno le ultime ad aver superato il test d’ingresso per la facoltà di medicina, vero incubo di tutti gli aspiranti medici. Ad ogni sessione si presentano oltre 60mila studenti per circa 10mila posti disponibili su tutto il territorio nazionale.

Dal prossimo anno questo incubo potrebbe finire.  Il Ministro Giannini aveva annunciato l’abolizione del test d’ingresso a medicina prima delle elezioni europee e in occasione dell’incontro con i rettori delle università italiane ha ribadito il suo intento. Ma per questioni logistiche non è stato possibile applicare le modifiche a partire da questo anno.

“Quello su cui ci dobbiamo interrogare molto seriamente, e lo stiamo facendo a partire da questi giorni, è se il test, un quiz di sessanta domande senza alcuna considerazione del percorso scolastico, due ore per decidere non solo degli studi ma della vita di un ragazzo, sia lo strumento ideale”, ha affermato la Giannini, aggiungendo che  il modello su cui stanno lavorando e quello più vicino al modello francese.  Il Ministro ha spiegato che alla fine del primo anno o addirittura a metà, quindi dopo sei mesi, si farà una selezione severa degli studenti e soltanto i più meritevoli potranno accedere al secondo anno e proseguire con il corso di studi in medicina. Gli studenti al pensiero di avere libero accesso alla facoltà di medicina, hanno accolto positivamente le dichiarazioni del Ministro, ma i rettori si sono mostrati meno entusiasti, precisando che il modello francese è molto severo: in Francia superano la cosiddetta “ghigliottina” soltanto 2 studenti su 10.

Con le nuove regole sparisce almeno la rocambolesca corsa per accedere alle graduatorie e per l’accesso al primo anno, che essendo a numero chiuso, lasciava fuori migliaia di candidati. In più, c’è anche la vicenda dei ricorsi al TAR, oltre 2400 l’anno scorso, tra cui hanno vinto 200 e il caso sta mettendo in difficoltà tutti gli Atenei, con i rettori preoccupati per la sostenibilità dei corsi, dal punto di vista didattico. 

Il numero chiuso è stata una delle cause che, negli ultimi anni, ha spinto oltre 45.000 ragazzi ad andare all’estero per seguire i corsi di medicina. In Romania ci sono circa 3000 italiani che studiano medicina, la maggior parte è iscritta a odontoiatria. I centri universitari dove scelgono di andare a conseguire la laurea sono: Timișoara, Arad, Cluj-Napoca, Iași, Constanța e Bucarest. Negli ultimi 5 anni il numero degli studenti italiani iscritti in queste università sono più che raddoppiati. I ragazzi italiani, aspiranti medici “scappano” dall’Italia (forse adesso dobbiamo dire “scappavano”, visto che il temuto test d’ingresso è stato eliminato) principalmente a causa del numero chiuso che limita a molti l’ingresso alla Facoltà di Medicina, ma non solo. Le testimonianze degli studenti italiani che studiano in Romania parlano anche delle tasse, molto più basse in Romania, e della possibilità che hanno di fare pratica negli studi odontoiatrici dal terzo anno. E’ inoltre gradita la “flessibilità” del sistema universitario rumeno, per quanto riguarda gli studenti stranieri, che permette di dedicare un anno allo studio della lingua e poi, solo al terzo anno, se non si superano tutte le prove, si procede con la bocciatura.

Insomma, la decisione del ministro dell’Istruzione di sospendere il test d’ingresso alla Facoltà di Medicina cambierà sicuramente le cose e speriamo anche le statistiche. L’ultima, pubblicata dal Consorzio delle università italiane, indicava un crollo significativo del numero di laureati (oltre 11 % nell’ultimo anno), l’area più colpita è proprio quella sanitaria, medicina compresa. Cifre che spostano l’Italia in coda alla classifica delle nazioni europee, realizzata in base al numero di laureati, dopo Portogallo, Slovacchia, Romania e Repubblica Ceca.